Alto, ma talmente alto da essere il più alto. E poi giovane, ma talmente giovane da aver ancora davanti a sé un’altra vita professionale ancora. E poi duttile, ma così duttile da averle provate praticamente tutte: centrale di destra, di destra, centralissimo della difesa a tre; e poi persino esterno basso. « A me, fatte le debite proporzioni, all’epoca ricordava Mexes » .
A lui, a Stefano Pioli, attuale allenatore del Piacenza ed in passato tecnico del palermitano, quel Leandro Rinaudo lì piaceva già cinque anni fa, quand’era ai primi passi, quando doveva ancora essere completamente svezzato, quando cominciò ad annusare il calcio vero con la maglia della Salernitana, in B, dopo averlo osservato dal buco della serratura. « Sono orgoglioso di essere in questa città e in questo club. Spero di dimostrare quanto valgo » .
Il Rinaudo palermitano, quel gigante che sa di corazziere, un metro e novantuno con due mani ch’è meglio non incrociare, vale intanto cinque milioni e mezzo di euro; e vale parecchio, se un anno fa Marino le aveva provate con discrezione, per offrirlo a Reja; e se quest’anno, prima ancora che il mercato cominciasse, il Napoli ha ricominciato da lui: contratto quinquennale, giocando d’anticipo sulla concorrenza e lasciando esterrefatto persino il Palermo. Il Rinaudo napoletano sarà uno dei pilastri della difesa a tre e a Reja potrà tornare utile comunque e dovunque, avviando in tal modo una stimolante concorrenza all’interno d’un settore robusto, aitante, quasi, da guardie del corpo. A destra, il titolare in pectore sarebbe Fabiano Santacroce, ventuno anni e 5,5 milioni di euro spesi per lui nel gennaio scorso. Finirà per esserci battaglia in quella zona del campo. Ma Leandro Rinaudo è uno e trino, perché sa destreggiarsi anche in mezzo e sulla sinistra, quindi alternativo a Cannavaro e a Contini, quindi prodigo di soluzioni per Reja, che con chiede altro. « Ma per me ha qualità tecniche ed atletiche che lo avvicinano a Mexes » . Il metro e novantuno sistemato nel cuore della difesa azzurra garantisce muscoli e poliedricità, quanto serva ad una difesa che nell’ultima stagione s’è caratterizzata spesso e malvolentieri per amnesie, unico dato in controtendenza d’un campionato rimarchevole. Rinaudo porta in dote non solo i centimetri, ma anche l’energia d’un ragazzo che ha ampi margini di miglioramento e che a Palermo, la propria città, inevitabilmente, ha faticato per divenire profeta in patria. « Con il Napoli posso togliermi un bel po’ di soddisfazioni » .
Per cominciare, può avvertire di nuovo profumo d’Europa, ripartendo dall’Intertoto per ritrovarsi n quella Coppa Uefa nella quale ha debuttato nel corso della stagione 200506. Ma, prima, trattativa ovviamente amichevole con Mannini per cercar di avere la maglia numero 77, alla quale è legata affettivamente e che gli ricorda la nonna, persa tempo fa.
Fonte: CDS
A lui, a Stefano Pioli, attuale allenatore del Piacenza ed in passato tecnico del palermitano, quel Leandro Rinaudo lì piaceva già cinque anni fa, quand’era ai primi passi, quando doveva ancora essere completamente svezzato, quando cominciò ad annusare il calcio vero con la maglia della Salernitana, in B, dopo averlo osservato dal buco della serratura. « Sono orgoglioso di essere in questa città e in questo club. Spero di dimostrare quanto valgo » .
Il Rinaudo palermitano, quel gigante che sa di corazziere, un metro e novantuno con due mani ch’è meglio non incrociare, vale intanto cinque milioni e mezzo di euro; e vale parecchio, se un anno fa Marino le aveva provate con discrezione, per offrirlo a Reja; e se quest’anno, prima ancora che il mercato cominciasse, il Napoli ha ricominciato da lui: contratto quinquennale, giocando d’anticipo sulla concorrenza e lasciando esterrefatto persino il Palermo. Il Rinaudo napoletano sarà uno dei pilastri della difesa a tre e a Reja potrà tornare utile comunque e dovunque, avviando in tal modo una stimolante concorrenza all’interno d’un settore robusto, aitante, quasi, da guardie del corpo. A destra, il titolare in pectore sarebbe Fabiano Santacroce, ventuno anni e 5,5 milioni di euro spesi per lui nel gennaio scorso. Finirà per esserci battaglia in quella zona del campo. Ma Leandro Rinaudo è uno e trino, perché sa destreggiarsi anche in mezzo e sulla sinistra, quindi alternativo a Cannavaro e a Contini, quindi prodigo di soluzioni per Reja, che con chiede altro. « Ma per me ha qualità tecniche ed atletiche che lo avvicinano a Mexes » . Il metro e novantuno sistemato nel cuore della difesa azzurra garantisce muscoli e poliedricità, quanto serva ad una difesa che nell’ultima stagione s’è caratterizzata spesso e malvolentieri per amnesie, unico dato in controtendenza d’un campionato rimarchevole. Rinaudo porta in dote non solo i centimetri, ma anche l’energia d’un ragazzo che ha ampi margini di miglioramento e che a Palermo, la propria città, inevitabilmente, ha faticato per divenire profeta in patria. « Con il Napoli posso togliermi un bel po’ di soddisfazioni » .
Per cominciare, può avvertire di nuovo profumo d’Europa, ripartendo dall’Intertoto per ritrovarsi n quella Coppa Uefa nella quale ha debuttato nel corso della stagione 200506. Ma, prima, trattativa ovviamente amichevole con Mannini per cercar di avere la maglia numero 77, alla quale è legata affettivamente e che gli ricorda la nonna, persa tempo fa.
Fonte: CDS
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