Quante volte, panterone? Un vuoto nella memoria, un salto all’indietro: almeno, quando fu l’ultima volta? « Boh! » .Gli archivisti di tutto il mondo Juventus in sostegno del Napoli: l’ultimo doppio panterone, al secolo Marcelo Danubio Zalayeta, s’era fermato al Delle Alpi, altro stadio, altro calcio, altra epoca, altre pantere. « Sono contento, non emozionato. Perché io son fatto così » .Uno scatto, una zampata e il panterone si mostra in tutta la sua potenza fisico- muscolare; un altro scatto, altra unghiata, e il panterone si esibisce in versione cinica e letale. Due panteroni in un pomeriggio solo, non accadeva da quattro anni ( 24 maggio 2003) e manco il più ottimista del curvone partenopeo avrebbe osato sperare tanto. « Io sono contento di come è andata, ci mancherebbe, ma lo sarò ancora di più a fine anno, quando avremo chiuso bene la nostra stagione. Questa è una bella soddisfazione, è la risposta alla sconfitta interna con il Cagliari » .E quella doppietta era il bigliettino da visita d’un bomber così poco bomber nel suo decennio italiano, da lasciar perplesso il microcosmo napoletano: per rinforzarsi, perché rivolgersi alla quinta punta di Madame?Domanda rimasta sospesa nell’aria per una domenica solo, l’abbaglio con il Cagliari, prima d’essere rivoltata a mo’ di boomerang nel pomeriggio folle e senza freni del Friuli, con uno Zalayeta cinico, impressionante, due gol e una presenza imponente nel bel mezzo dell’area, nel bel mezzo del gioco, nel bel mezzo dei pensieri d’una Napoli spinta oltre l’immaginazione: « Rispetto alla gara interna con il Cagliari non è cambiato granché, però quella sconfitta non ci aveva fatto male nel morale, perché siamo rimasti tranquilli, non abbiamo avvertito pressione, non c’è stata tolta la serenità E noi tutti abbiamo capito immediatamente che quindi potevamo riscattarci, che potevamo vincere. Punti importanti, questi, perché arrivano dopo una sconfitta interna » .E gol determinanti, quelli, perché servivano per spazzar via la diffidenza d’un mercato ritenuto senza botto conclusivo: Marcelo Danubio Zalayeta, spiccioli di gol nell’Italia bianconera, poche partite e pochissime soddisfazioni in quegli anni pur ruggenti vissuti alle spalle dei Trezeguet e dei Del Piero e di chiunque altro abitasse la Real Casa: « E’ andata benissimo, perché io e Lavezzi ci siamo capiti al volo. Ma sia chiaro: so bene che qui siamo in tanti e bisognerà soffrire per guadagnarsi il posto e per conservarlo. Ora mi tengo dentro questa soddisfazione che cancella la sconfitta con il Cagliari, mi godo questa gioia e guardo avanti. Non posso negare di essere contento, di essere molto contento, perché questa vittoria ci aiuta, ci dà morale, conferma quello che pensavamo alla vigilia, quando eravamo coscienti delle nostre possibilità. Però non sono emozionato » .L’avete mai vista, voi, una pantera nera emozionata? «Sono contento ma lo sarò ancora di più a fine stagione. Questa vittoria è la nostra risposta al ko interno con il Cagliari» «La serenità non ci è mai mancata, sapevamo tutti che potevamo riscattarci ad Udine. Per noi sono punti molto importanti» «Io e Lavezzi ci siamo capiti al volo, ma so bene che qui bisognerà sempre lottare per essere titolari e per conservare il posto» Dal 2003 non segnava una doppietta, ma non si scompone: «Felice sì, però non emozionato Ora guardiamo avanti.
Corrieredellosport
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