Gargano: il leader bambino

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FELDKIRCHEN - Ha superato perfino Hamsik, scalando di slancio la hit parade dei nuovi acquisti del Napoli, chiusa malinconicamente da Lavezzi. Nessun dubbio per i tifosi azzurri arrivati in Alta Austria, che hanno subito scelto come loro idolo Walter Gargano, protagonista di un eccellente debutto nella amichevole con l´Ofk di Belgrado. Un po´ Gattuso e un po´ Pizarro, come lui stesso s´era presentato al suo sbarco in Italia, senza paura d´essere accusato di presunzione. Gli sono bastati 45´, in cui ha sbalordito tutti per personalità, determinazione e idee chiare, per ipotecare un futuro da protagonista nella stagione che sta per cominciare. Ieri, a Feldkirchen, Reja e i compagni se lo mangiavano con gli occhi, sorpresi dalla partenza a razzo del baby sudamericano. Aria da veterano, nonostante i 23 anni appena compiuti. In Uruguay lo chiamavano "El mota", il puffo. Un soprannome già ripudiato. «Tutta colpa della mia bassa statura, che non posso cambiare. Ma non somiglio agli ometti blu delle favole...».Gargano, 165 centimetri di muscoli e adrenalina, ha di se stesso la concezione di un gigante. «Non ho paura delle responsabilità, in campo e fuori. Mi piace essere sempre nel cuore del gioco, partecipando sia alla fase difensiva che a quella offensiva. È una caratteristica che mi porto dietro da quando ero bambino», si racconta il nuovo regista del Napoli, come se non fosse poco più di un adolescente. «La mia data di nascita sul web è sbagliata. Il mio compleanno è il 23 luglio, non il 27», precisa l´uruguiano. Ma è sui suoi teneri 23 anni, guardandolo giocare, che viene voglia di dubitare. Movenze e maturità sono quelle di un calciatore navigato. Non di un ragazzino alle prime armi. Bravo il Napoli a scoprirlo. «Ne conoscevamo le doti, non siamo sorpresi dalla sua prestazione all´esordio», ha gonfiato il petto il dg Marino, consolandosi per il difficile apprendistato di Lavezzi. «Sta incontrando dei problemi, è imballato fisicamente e ha bisogno di tempo». L´esatto contrario di Gargano, che in appena tre giorni si è preso la ribalta. Sconcerta un po´ che la società azzurra, dopo averne scoperto le qualità, lo abbia quasi perduto per una differenza economica irrisoria: 40 mila euro. L´Udinese e la Lazio erano già pronte ad approfittarne, scippando l´affare a De Laurentiis. È stato il giocatore uruguaiano, mettendo fine al pericoloso braccio di ferro, a favorire il lieto fine della trattativa. «Volevo giocare a qualsiasi costo con l´ex squadra di Maradona, che è famosa in Sud America e in tutto il mondo». Una fortuna anche per Reja, che ha finalmente trovato l´uomo d´ordine di cui avvertiva la mancanza a centrocampo.Il reparto, adesso, è quasi completo. Al talento di Bogliacino e Hamsik, gli altri due punti fermi, s´è aggiunta infatti la concretezza di Gargano: il leader bambino. Chiare le sue idee sulla stagione che l´aspetta. «Voglio dimostrare di essere degno del Napoli e della serie A. Non vedo l´ora di debuttare al San Paolo, davanti ai nostri eccezionali tifosi. Ma prima dovrò conquistarmi un posto tra i titolari e imparare l´italiano», si fa capire molto bene il centrocampista uruguaiano, che ha cancellato le sue vacanze per recuperare il terreno perso sui compagni. «Sono tutti bravissimi, devo darmi molto da fare per conquistare la fiducia dell´allenatore, altrimenti rischio di non avere spazio». Difficile che succeda, se Gargano manterrà le sue promesse.Guai in vista, invece, per l´altro sudamericano acquistato dal Napoli: l´attaccante Lavezzi, sempre più un oggetto misterioso. In allenamento, come in partita, non ne indovina una. «Colpa di una condizione fisica ancora approssimativa», lo difende il dg Marino, che ha speso 6 milioni di euro per portarlo in maglia azzurra. Soldi, per adesso, investiti molto male.
Fonte: espresso.repubblica.it


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