«È un talento naturale, De Zerbi. Ricordo che qualche volta veniva ad allenarsi con noi della prima squadra del Milan. Notai subito che rispetto ad altri ragazzi aveva quel qualcosa in più che ti fa diventare qualcuno. Iniziai a coccolarlo, fuori e dentro del campo». Boban, come mai quel campioncino non è mai arrivato nel grande calcio. «In quel periodo, verso la fine degli anni Novanta, era di gran moda il 4-4-2. Lui è sprecato in questo modulo. Il suo estro si esalta quando non è imprigionato». Ovvero? «Mi ricordo bene di Roberto: amava partire da destra per poi fiondarsi verso la porta avversaria. Saltava uno-due avversari, dettava l'assist vincente, faceva l'uno-due per poi battere a rete. Ha piedi buoni». Ha fatto bene il Napoli ad ingaggiarlo? «Sì. La sua carriera è stata buona, ma certamente al di sotto dei suoi meriti. È un virtuoso del calcio». Dunque? «Ritengo che abbia i numeri per esaltare la gente del San Paolo che ha il palato fine. Per carità, non faccio paragoni, sarebbe blasfemo il solo pensare a certi accostamenti, ma De Zerbi ha i numeri per imporsi e per far lievitare il tasso qualitativo del Napoli». De Zerbi ama raccontare che «ero il pupillo di Boban, un grande uomo e un grande calciatore del Milan stellare». «Lo ringrazio. Ricordo che spesso gli davo qualche consiglio, anche mentre giocavamo a bigliardo. Napoli è la piazza ideale per esprimere il meglio di sè». Dunque, il modulo ideale per lui è un 4-3-1-2? «L'allenatore del Napoli non ha bisogno dei miei consigli...». Da ex-grande calciatore e da direttore di SN, quotidiano sportivo della Croazia, potrebbe anche darne qualcuno. «De Zerbi vede il gioco e sa mandare in gol i compagni. Al San Paolo si divertiranno. Risulterà decisivo anche perché ha personalità. Dal mio gozzo sorrentino, mentre navigo nelle acque della Croazia, a lui ed al Napoli va un grande in bocca al lupo».
Fonte: Il Mattino
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